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Vertical farm e i metodi di coltivazione indoor

L’Agricoltura sta cambiando profondamente, anche in ragione dell’accelerazione della ricerca tecnologica di settore. E malgrado qualche ragionevole perplessità sugli impatti generati dalle nuove pratiche di coltivazione (quanta energia occorre? quale impatto sociale generano?), una gran parte dell’innovazione applicata all’agricoltura sta offrendo soluzioni molto interessanti a svariati problemi (inquinamento, consumo dei suoli, scarsità idrica), spesso in un’ottica di sostenibilità ambientale.

A Rural Hub pensiamo che le nuove tecnologie, assieme ai semi di sapienza contadina che abbiamo ereditato (a partire dal valore delle relazioni comunitarie), possano abilitare glocalmente un cambio di paradigma necessario e urgente. Con questo spirito, partecipiamo da questa sera all’evento Ammisa – Master MAINS Scuola Superiore Sant’Anna – dal loquace titolo Smart Rurality Learning Lab 2015un’iniziativa di formazione e networking tra imprese, ricercatori e istituzioni su sostenibilità e innovazione.

Questo contributo di Francesco Vergara offre preziosi spunti di riflessione e prospettive utili per cogliere, criticamente, alcune delle opportunità emergenti.


Negli ultimi anni, la vertical farm rappresenta una scelta crescente tra i produttori di frutta e verdura.

Il costante aumento della popolazione mondiale, l’incertezza derivante dall’elevato utilizzo di diserbanti e di fertilizzanti per tutte le colture, ma anche l’ormai elevato inquinamento dei nostri terreni spingono ad individuare nuove alternative nella produzione, a riflettere su come ci nutriamo e sull’origine di quello che mangiamo.

Coltivare in verticale è una delle possibili risposte a queste nuove esigenze.

Farming in the sky - The Atlantic, may 2015

Farming in the sky – The Atlantic, may 2015

La vertical farm, ideata da Dickson Despommier, professore di microbiologia alla Columbus University, è quell’edificio in grado di contenere tutte le funzioni necessarie per praticare l’agricoltura indoor, un’agricoltura che non ha bisogno di terra e che presenta molti vantaggi:

  •  riduce il consumo di suolo dovuto al fatto che si coltiva su più livelli;
  • evita il depauperamento del suolo e la perdita di minerali;
  • evita il dilavamento che porta a mare molte sostanze nocive;
  • costruisce un ambiente di coltivazione chiuso e controllato, una struttura produttiva 12 mesi all’anno;
  • evita l’ingresso di parassiti o erbe infestanti, per cui elimina ogni necessità di pesticidi e diserbanti;
  • limita drasticamente il consumo di acqua (fino al 90%), che in questi sistemi viene recuperata e riutilizzata più volte;
  • aumenta la produttività fino al 30% rispetto alle coltivazioni convenzionali.

È possibile definirla “la versione dolce dell’agricoltura intensiva”.

Vertical Farm - EcoGeek

Vertical Farm – EcoGeek

Distinguiamo tre tecniche di coltivazione indoor:

  • Aeroponico
  • Idroponico
  • Acquaponico

La coltivazione aeroponica prevede un sistema di sostegno grazie al quale è possibile far crescere le piantagioni, alimentandole direttamente sulle radici con acqua nebulizzata e sostanze nutritive minerali. I vantaggi sono legati ad un minor spreco di acqua, in quanto nelle coltivazioni tradizionali il 95% va perso, in questo caso invece viene direttamente assorbito dalle radici della pianta. Inoltre la crescita stimata è pari al 30% maggiore e con tempi dimezzati rispetto alle coltivazioni a terra. Ma ancora più importante è che non vengono usate sostanze chimiche, dannose sia per l’ecosistema che per i lavoratori.

La coltivazione idroponica è una tecnica “fuori suolo” prevede che il fusto della pianta si sorregga grazie ad un substrato inerte (argilla espansa o lana di roccia) e le radici sotto questo substrato siano interamente sommerse dall’acqua ricca di sostanze nutritive. In questo modo le radici riescono ad assorbire i nutrimenti in modo migliore rispetto alla messa a dimora in terra. La piante, monitorate tramite computer, cresceranno più robuste e molto più velocemente senza il rischio di attacchi parassitari. Anche con questa tecnica il  risparmio d’acqua è notevole.

La coltivazione aquaponica prevede la combinazione di allevamento ittico e agricoltura. Detto in sintesi, le acque di scarico dell’allevamento ittico, ricche di sostanze di scarto dei pesci e resti di cibo, vengono utilizzate per la coltivazione in quanto risultano essere ottimi fertilizzanti naturali. Le piante si nutrono di queste acque e nel contempo le purificano restituendo acqua pulita che può essere riutilizzata per l’allevamento, diminuendo così il numero di ricambi necessari per i pesci. In pratica un ciclo continuo dal quale si può trarre vantaggio sia per la coltivazione che per l’allevamento. I vantaggi anche in questo caso sono legati al notevole risparmio di acqua rispetto a quella che si adopera nelle coltivazioni tradizionali, inoltre le acque essendo ricche di fertilizzanti naturali permetto una crescita del 30-50% più veloce rispetto alle colture a terra e un vantaggio economico legato alla disposizione di fertilizzante autoprodotto e non nocivo per l’ambiente e la salute.

Negli ultimi tempi la teoria ha iniziato a trasformarsi in realtà e in varie parti del mondo stanno nascendo le prime fattorie verticali. In New Jersey, sorgerà la fattoria verticale aeroponica più grande del mondo, con una produzione stimata di 900.000 kg di ortaggi prodotti in un anno. In Giappone, è già in funzione Nuvege, una vertical farm con una superficie di coltivazione di 57.000 metri quadrati, realizzata in un ambiente completamente chiuso dove le piante vengono illuminate con un sistema a Led che accelera la fotosintesi. Ad Abu-Dhabi, negli Emirati Arabi, è attivo dal 2012 il più grande impianto acquaponico il quale produce 600 kg di lattuga a settimana e 10 tonnellate di pesce all’ anno.

Questi nuovi sistemi sostenibili non solo rappresentano una fonte di produzione a Km zero, ma possono prevedere anche dei laboratori didattici sulla nutrizione sostenibile. Unendo così produzione, vendita e consumo, con il valore aggiunto dell’educazione e della didattica. Una combinazione perfetta, che ne pensate? 

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