MANZINI FBCOVER 2

Incontri collaborativi – Luoghi e comunità in un mondo fluido

In occasione dell’uscita del libro

Design, When Everybody Designs (MIT Press, 2015)

ovvero “Il design all’epoca del design diffuso”

Incontri collaborativi

Luoghi e comunità in un mondo fluido

3 ottobre 2015

Una giornata di studio e confronto sul Societing e la Rural Social Innovation come possibilità di un approccio mediterraneo all’Innovazione Sociale e al Service Design

con
Ezio Manzini  
stimolato da Alex Giordano 
e dalla comunità di RuralHub

 

In questi anni abbiamo assistito alla crescita di un’onda di innovazioni sociali, radicali, dal basso, espressione della progettualità diffusa che si propone come uno dei tratti caratterizzanti il tempo in cui viviamo.

E questo non è solo un dato che ha a che fare con le grandi metropoli occidentali.

Anche nelle aree interne e rurali meridionali moltissimi giovani hanno scelto di praticare nuove strade, che mutuano dal passato contadino valori utili al presente (frugalità, solidarietà, rispetto dell’ecosistema e tutela della biodiversità) e li traghettano nel contemporaneo grazie alle tecnologie più avanzate (#smartrurality) compiendo scelte di vita che, proiettate nell’Infosfera, non rappresentano solo l’effetto di una deriva volta a negare il progresso ritirandosi  individualmente nelle aree rurali ma diventano un atto pubblico e, dunque, politico che suggerisce nuove possibilità per nuove forme di sviluppo di ispirazione mediterranea.

Occorre rigenerare lo spazio in cui viviamo. Occorre farlo perché la modernità, e in particolare l’ipermodernità neolibersita, lo stanno desertificando, non solo fisicamente, ma anche socialmente.  Possiamo farlo perché, a fronte delle tendenze maggioritarie verso il suo inaridimento, stanno emergendo pratiche e culture rigenerative, basate sulla ricostruzione congiunta di luoghi e comunità.

In questo quadro, la connettività è un agente che opera in direzioni opposte, favorendo la desertificazione ma anche supportando le pratiche di rigenerazione. Sta a noi sviluppare le capacità progettuali necessarie ad orientare questa seconda possibilità.

Per farlo occorre (anche) una nuova cultura che, riprendendo un’espressione introdotta anni fa da Wolfgang Sachs, possiamo chiamare localismo cosmopolita: il localismo possibile e necessario all’epoca della connettività, delle grandi migrazioni e della crescente evidenza della fragilità dei sistemi sociotecnici in cui viviamo.

 

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N.B. workshop riservato ai membri della comunità RuralHub; sono disponibili pochi posti per uditori, per inviare richieste: info@ruralhub.it 

 

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