#VINITALY2016: Big Data & Text Mining

#VINITALY2016 visto con i big data e il text mining

#VINITALY2016: big data & text mining

di Camillo Di Tullio aka @Dr_Who

#Vinitaly2016 uno degli hashtag maggiormente utilizzati dal 10 al 13 aprile: la kermesse sui vini quest’anno compie i suoi 50 anni di attività. L’avvio dei lavori è stato dato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha sottolineato tre aspetti fondamentali quali elementi per il rilancio dei territori agricoli: giovani, tecnologia e modernità. Vi rimando al post dedicato per approfondire maggiormente questi aspetti.

Quali gli argomenti emersi durante i tre giorni a Verona?  

Un dato: oltre 7500 persone hanno animato le conversazioni in rete (autori unici) generando oltre 16K interazioni tra Tweet, Mention e RT. L’analisi di text mining per estrarre le principali istanze ha interessato oltre 8300 testi. Aggregando i dati e lavorandoli con vari indicatori statistici, emerge una cosa molto piacevole: l’anima e il corpo del mondo del vino.

Anima e il corpo del mondo del vino

L’analisi delle similitudini restituisce l’Essere, quindi l’anima, e Vino, quindi il corpo. Entrambi questi aspetti restituiscono una importante specificità di questa filiera: prima di vendere un vitigno, una tecnica di vinificazione o una bottiglia, si vende soprattutto una regione, una storia, degli uomini. I numeri ci restituiscono queste evidenze.

Isolando le conversazioni caratterizzate dall’Essere, appare evidente come la narrazione dell’anima del vino sia necessariamente accompagnata da elementi apparentemente lontani dal vino stesso, come normalmente le persone se lo immaginano, ma che contribuiscono a delineare il “carattere” e “l’identità” del vino: parliamo di olio extravergine. La spremuta d’olive ha assunto un carattere ben definito nel raccontare il territorio dei vitigni.

Spremuta d’olive

Le discussioni hanno avuto un certo accento anche sulle normative che regolano il comparto con un forte interesse sull’etichetta narrante quale elemento che garantisce la provenienza del prodotto a tutela del consumatore. A corollario tutte le degustazioni che hanno accompagnato la tre giorni veronese. Tra le regioni che hanno meglio parlato nell’ambito dell’Essere c’è la Basilicata che abbraccia formalmente tutte le conversazioni parlando non solo di prodotto in senso stretto, ma degli elementi che “formano” il proprio territorio soprattutto con le proprie storie di eccellenza tra le quali un interessante studio dell’Università della Basilicata sui lieviti.

Altra regione è la Puglia che ha posto il viaggio al centro dell’Essere,  innestando un engagement interessante: se la bottiglia di vino può rappresentare un territorio, figuriamoci viverlo! Per entrambe le regioni la conoscenza del territorio attraverso il viaggio è la variabile competitiva per apprezzare pienamente un vino. Il vino, quindi, non è solo bottiglia, forma, colore, etichetta, packaging, ma è territorio, persone, terra, colture, sapori.

Isolando le conversazioni relative al Corpo, al Vino, quindi, nella nostra analisi delle similitudini iniziale, la situazione è la seguente:

Le conversazioni relative al Corpo e al Vino

Preponderante la condivisione del progetto Caprai4Love che vede il connubio tra vino e Arte a Montefalco. Una dimostrazione di come il Vino possa essere l’amalgama per una valorizzazione territoriale diversificata. Storia Cultura: c’è qualcosa di magico nel mondo del vino, nella cura di chi lo fa, l’amore per la terra, le storie che si intrecciano. Anche in questo caso Puglia e Basilicata sono le regioni che hanno interessato i tweet delle persone.

A livello di commercializzazione, il futuro passa attraverso l’online (è quanto emerge dall’intervento di Jack Ma founder di Alibaba che afferma “datelo a me e lo venderò a 2 milioni di cinesi”). Coldiretti, poi, mostra la top ten dei vini maggiormente venduti in Italia: Passerina (Marche) , Valpolicella (Veneto), Pecorino (Abruzzo), Nebbiolo (Piemonte), Marzemino (Trentino A.A).

Pochissime le conversazioni sui vini biodinamici, segno che la nicchia deve ancora trovare una personalità in termini di comunicazione. Elemento che manca è un approfondimento sui vari panel che si sono svolti durante la manifestazione: la non condivisione di questi contenuti rappresenta un deficit importante per capire quali siano stati – a livello tecnico – i temi effettivamente trattati al di là della “chiamata ai calici”.

In sintesi, Anima e Corpo: un mix inscindibile per costruire relazioni forti tra Terre e Persone. Le conversazioni che ci ha restituito #Vinitaly2016 ci mostrano come stia cambiando il modo di comunicare la filiera vitivinicola. Più engagement per portare i potenziali clienti, gli occasionali ad essere dei consumatori – se non abituali – almeno con una coscienza: una consapevolezza a tutto tondo. Una forma di comunicazione che necessita di sinergie tra tutti gli attori del mondo agricolo e del turismo.

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