Danielle Nierenberg TEDxManhattan

Nutrire il pianeta, davvero.

Giustizia sociale, agricoltura sostenibile, consumo consapevole, iperconnessioni rurali: all’ultimo TEDxManhattan, Danielle Nierenberg affronta le questioni cruciali del food system e le opportunità offerte al cambiamento da strumenti e tecnologie digitali.

Le donne sono indiscutibilmente la spina dorsale del nostro sistema alimentare globale, […] hanno un ruolo centrale nella produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione del cibo, e sono responsabili dell’educazione alimentare dei bambini, oltre che della loro nutrizione”: questa innegabile verità, sotto gli occhi di tutti anche se pochi sembrano averne contezza e trarne le necessarie conseguenze, è l’assunto centrale del recente intervento di Danielle Nierenberg al TEDxManhattan dal titolo Coltivare l’uguaglianza nel Sistema alimentare.

Il problema, come sottolinea Nierenberg, è che “il loro contributo passa spesso inosservato e sono quasi universalmente ignorate”, in particolare in molti paesi nel mondo “gli è negato l’accesso all’istruzione” e, laddove riescano ad avviare un’attività agricola, “vengono discriminate e rifiutate dalle istituzioni bancarie e finanziarie”. Stando ai dati FAO (Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite), se le donne avessero accesso paritario alla terra, al credito, all’istruzione e ai servizi potrebbero “aumentare la produzione alimentare del 20-30 per cento e contribuire a sfamare fino a 150 milioni di persone.” E saprebbero farlo in modo sostenibile.

Esperta di agricoltura sostenibile e alimentazione, Danielle Nierenberg è il presidente di Food Tank, organizzazione no-profit che si occupa di cibo e agricoltura sostenibile, cambiamenti climatici e biodiversità. Ha scritto molto su questioni di genere e popolazione, in particolare sulla diffusione delle aziende agricole nei paesi in via di sviluppo. Nei suoi viaggi in più di 50 paesi, dall’Africa sub-sahariana, all’Asia e all’America latina, ha incontrato donne imprenditrici e gruppi di agricoltori, scienziati e ricercatori, politici e capi di governo, giornalisti, studenti e docenti, e ha raccolto le loro riflessioni sulle mosse possibili per alleviare la fame e la povertà, e insieme proteggere l’ambiente.

Iperconnessioni rurali per piccoli produttori e comunità 

Nierenberg parla della necessaria “interconnessione delle donne agricoltrici”, ma chiarisce che la vera sfida è riuscire a “sostenere queste donne” e il loro “instancabile lavoro per una produzione alimentare sostenibile a livello mondiale”, una mossa urgente e necessaria che “contribuirebbe a una maggiore giustizia sociale”, oltre che ad accrescere la loro auto-consapevolezza. In questo senso, la rapida diffusione delle tecnologie digitali può rappresentare una straordinaria opportunità per connettere queste avanguardie femminili e, soprattutto, per promuovere azioni efficaci di educazione alimentare e consumo consapevole.

Tea Farmers in Uganda

Tea Farmers in Uganda

 

È particolarmente rilevante il caso di M-Farm, citato da Nierenberg in un recente articolo pubblicato su Food Tech Connect e condiviso nell’ambito del progetto editoriale Internet of Food. Si tratta di una piattaforma ideata da Jamila Abass, Susan Eve e Linda in Kenya per permettere ai piccoli agricoltori di “ricevere tramite sms informazioni sul prezzo di vendita al dettaglio dei propri prodotti e di comprare input agricoli direttamente dai produttori a prezzi sostenibili, oltre che di connettersi online ai mercati.” Per capirne di più, basta dare un’occhiata agli oltre 70 cortometraggi prodotti dall’organizzazione CORAF/WECARD (Consiglio dell’Africa centrale per la ricerca agricola e lo sviluppo) che raccontano le realtà di innovazione sostenibile dei piccoli agricoltori dell’Africa centrale e occidentale.

M-Farm

M-Farm

 

Come sottolinea Nierenberg, “gli agricoltori di tutto il mondo stanno invecchiando rapidamente”, ma grazie alla rapida crescita delle tecnologie digitali, “giovani e anziani, stanno trovando modi per rendere l’agricoltura su piccola scala più sostenibile, flessibile e redditizia” con “progetti e prodotti ispiratori che stanno cambiando il modo in cui produciamo, prepariamo e consumiamo cibo”. Basti pensare al progetto OneWorld South Asia che “sta usando i telefoni cellulari e la tecnologia vocale per fornire informazioni a più di 150.000 famiglie in 1.000 villaggi”: il programma LifeLines Agriculture “consente agli agricoltori, e in particolare a quelli analfabeti, di utilizzare cabine telefoniche o telefoni cellulari per fare domande e ricevere risposte entro 24 a 72 ore.”

LifeLines Agriculture

LifeLines Agriculture

 

Negli Stati Uniti, progetti simili utilizzano i Big Data e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per innovare i sistemi agricoli in termini di sostenibilità, supportando l’azione dei piccoli produttori. Le immagini satellitari e le mappe fornite da FarmLogs, realtà contadina in Michigan, aiutano ad esempio gli agricoltori a “tenere traccia delle informazioni raccolte” (ad esempio, i dati sulle precipitazioni), a elaborarle statisticamente e a monitorare costantemente le colture in tempo reale attraverso il cloud. Mentre Farm Hack promuove la condivisione di strategie e strumenti innovativi (come la farmbicycle dell’utente Wim per erbacce, semina e raccolta, oppure la ‘ciclozappa’ di Pjenkins, assemblata dal riciclo delle biciclette) attraverso una community open-source.

Per tutti, produttori e consumatori, la sfida più urgente e complessa riguarda il cambiamento climatico: la piattaforma Agroecological Intensification Exchange (AIEx), sviluppata da McKnight Foundation’s Collaborative Crop Research Program (CCRP), coinvolge agricoltori, innovatori e ricercatori di tutto il mondo in conversazioni sull’innovazione rurale per “migliorare la produttività e l’efficienza attraverso una migliore gestione delle aziende agricole, stabilità e diversificazione delle colture e un maggiore impiego delle risorse locali.” È una risorsa ricca di casi di studio e di ricerca su agricoltura sostenibile e gestione delle fitopatologie, straordinariamente utile a professionisti e ricercatori dei paesi in via di sviluppo.

FarmLogs, FarmHack e AEIx

FarmLogs, FarmHack e AEIx

 

Risorse digitali per un consumo alimentare consapevole

Se oggi più di un miliardo di persone nel mondo è connesso attraverso gli smartphone e se è vero che nel 2015 la cifra dovrebbe raddoppiare, le app possono essere un modo incredibilmente efficace per fornire informazioni utili sui consumi alimentari a un pubblico potenzialmente enorme, sensibile agli argomenti della sostenibilità e del consumo etico.

Tra le esperienze in tal senso, segnalate dalla Nierenberg, è da menzionare Dirty Dozen, un’applicazione sviluppata da Environmental Working (EWG), organismo di ricerca no profit, che fornisce informazioni sulla presenza di pesticidi nei prodotti agricoli. Tramite la app, cioè, il consumatore viene sostanzialmente aiutato a decidere come trovare un’alternativa organica agli alimenti convenzionali: ad esempio, nella lista nella “sporca dozzina” sono annoverati alimenti quali mele, spinaci e uva, mentre nel gruppo Clean Fifteen, sono segnalati mais, asparagi e melone.

Dirty Dozen

Dirty Dozen

 

Sul tema della redistribuzione del valore, la app ROC National Diners’ Guide si concentra, invece, sul giusto trattamento dei lavoratori nella ristorazione: agli utenti vengono fornite informazioni sui salari, le opportunità di congedo per malattia e di avanzamento in alcuni dei più grandi ristoranti americani per coinvolgere i consumatori a partecipare al supporto delle attività virtuose attraverso i social media. E ancora, l’applicazione HarvestMark Traceability permette agli utenti di tracciare il cibo fresco mediante la scansione del logo HarvestMark su frutta e verdura, e fornisce aggiornamenti in tempo reale su eventuali reclami.

In collaborazione con Top Box Alimenti e Aisle Won, il Renaissance Project ha lanciato l’app gratuita NOLA Food Partnership che permette ai residenti di New Orleans, LA di acquistare confezioni alimentari da Top Box a circa metà del prezzo medio, grazie al sostegno volontario e a costi generali contenuti. Infine, passando dal consumo all’autoproduzione, chi ha intenzione di crescere i propri ortaggi a casa può già avvalersi dell’Urban Farming Assistant Starter, una app che imposta promemoria relativi all’irrigazione, alla concimazione e più in generale alla cura delle piante, fornendo soluzioni organiche a parassiti, malattie e altri problemi.

Magari non siamo tutti produttori, ma di certo siamo tutti consumatori e, dunque, tutti coinvolti. Il lavoro di Danielle Nierenberg e di Food Tank ci mostra l’impegno di donne e uomini operosi in tutto il mondo. Ci dice che è possibile intervenire sulle dinamiche del food system, migliorare la nostra alimentazione e quella dei nostri figli, contribuire a promuovere la parità di genere e il cambiamento sociale. E che l’iperconnessione può aiutarci a farlo, anche in aree rurali.

A Rural Hub, dal 12 al 14 aprile 2015, rifletteremo con Oriana Persico e Salvatore Iaconesi di AOS – Art is Open Source e Alex Giordano co-direttore del Centro Studi Etnografia Digitale su come utilizzare la teoria delle reti – e quel che abbiamo imparato dalla Netnografia e dai social network – per creare processi partecipativi, collaborativi e sviluppare coscienza e attivismo sociale nelle città e nei contesti rurali. Iperconnessioni rurali: un workshop visionario da non perdere nello scenario mediterraneo di Calvanico (SA).

 

 

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