Realizzata Da Yvan Scognamiglio
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Il TTIP e il suo impatto sull’agrifood italiano #StopTTIP

Il 7 Maggio 2016 il corteo a Roma per promuovere e capire lo #StopTTIP, capiamo cos’è e i suoi impatti sull’agrifood italiano.

Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è un trattato di liberalizzazione commerciale che coinvolge tutto il transatlantico, ha come obiettivi quelli di: modificare l’attuale regolamentazione che coinvolge le “barriere non tariffarie” e abbattere i dazi e le dogane tra Europa e Stati Uniti rendendo il commercio più fluido e penetrante tra le due sponde dell’oceano.

Una delle conseguenze del TTIP è la formazione di un blocco geopolitico forte nei confronti dei Paesi Asiatici, creando un mercato diretto ed esclusivo tra Europa e USA.  Il comitato #StopTTIP, insieme a Greenpeace, ha diffuso i punti chiave del trattato all’interno della Campagna Stop TTIP.

Il  TTIP prevede, quindi,  l’introduzione di due gruppi tecnici, posti al di sopra delle politiche statali e dei cittadini stessi.

Il settore maggiormente colpito  dall’introduzione del TTIP è, come affermato nell’articolo di Repubblica, quello agricolo. Il report sui rischi del  trattato per l’agricoltura europea, redatto da Friends of the Earth Europe e pubblicato in Italia in collaborazione con l’associazione Fairwatch, sottolinea i danni che l’applicazione del trattato transatlantico tra Stati Uniti e Europa potrebbe apportare al commercio del cibo.

Il primo è un meccanismo di protezione degli investimenti (Investor-State Dispute Settlement – ISDS), consente alle imprese  europee o statunitensi di citare gli opposti governi, soprattutto quelli locali, qualora introducessero delle normative volte a ledere i punti cardine del trattato. Questo riguarda qualsiasi tipo di normativa, dalla salute, al cibo o al clima, e in qualsiasi contesto, nazionale, regionale o comunale.

Il secondo organismo è il Regulatory Cooperation Council, l’istituzione di un organo dove esperti nominati della Commissione UE e del ministero USA valutano l’impatto commerciale di ogni marchio o etichetta, ma anche contratto di lavoro o standard di sicurezza operativi a livello nazionale, federale o europeo. Questo organismo ha il compito di valutare il rapporto costi/benefici di ogni  normativa privata o pubblica, a livello commerciale e non solo.

Una delle prime conseguenze stimate è la diminuzione della produzione agricola e, quindi, il suo apporto al PIL europeo diventerà pari allo 0,8%, mentre quello statunitense dovrebbe aumentare dell’1,9%. Questa ristrutturazione del mercato prevede una riduzione del numero di prodotti certificati con le sigle DOP e DOC, da più di 1500 a meno di 200, creando un forte impatto sul commercio e la produzione europea, e soprattutto italiana.

La principale attivista dello #StopTTIP, Monica Di Sisto, afferma come «il TTIP rischia di modificare per sempre il modo in cui si lavora la terra, si alleva e si trasforma, nel Bel Paese, e di lasciare per strada tutti coloro che non si adegueranno al cambiamento imposto».

La competizione con il cibo a basso costo statunitense, accanto alla riduzione dei controlli e delle tutele per i prodotti tipici europei crea un forte sbilancio per la produzione e il futuro dell’economia, non solo agricola.

L’export maggiore del Food Made in Italy è verso l’Europa e i Paesi arabi, il TTIP e la chiusura verso i mercati asiatici, con la conseguente competizione dei prodotti statunitensi a basso costo creerebbe una forte perdita alle coltivazioni locali.

Con il TTIP le imprese dell’agrifood italiano diminuirebbero le proprie esportazioni, di conseguenza la produzione, generando un incremento del tasso di disoccupazione nel settore agricolo.

Come affermato all’interno dell’articolo dedicato alla manifestazione #StopTTIP, “nel capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie, che dovrebbe stabilire gli standard di riferimento per la qualità e la salubrità dei cibi, non c’è alcun riferimento a quel Principio di precauzione che l’Unione Europea dice di voler salvaguardare, ma vengono ben specificati quegli organismi che promuovono gli standard a livello internazionale, come il Codex Alimentarius, che hanno criteri meno rigidi dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare”, così come l’uso degli OGM, che in Europa prevede delle normative molto rigide, completamente diverse da quelle statunitensi.

Alla luce delle criticità emerse nello studio del trattato TTIP, oggi, 7 Maggio 2016 dalle ore 14, la Campagna Stop TTIP Italia lancia un tweetstorm (#StopTTIP) indirizzato al Ministro Martina e al Presidente del Consiglio Renzi.

Per chiunque abbia perplessità, domande, opinioni o dubbi, vi invitiamo a seguire l’hashtag #StopTTIP o visitare il sito: Campagna Stop TTIP Italia, per accedere a video e immagini esaustive sull’argomento.

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